Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 16 settembre 2003 I Verdi restano contrari alla Valdastico. «Ma non ci tireremo per questo fuori dalla coalizione», annuncia il loro presidente Marco Boato, al termine della riunione del consiglio federale che ha anche approvato all’unanimità la testa di lista di 14 candidati. Al numero 3 c’è Roberto Bombarda, direttore del Filmfestival, presidente dell’Apt delle Terme di Comano-Dolomiti di Brenta, già presidente della commissione scientifica della Sat e del comitato glaciologico trentino. Un nome di spicco, quello di Bombarda, che è anche responsabile dell’ufficio stampa dell’Associazione industriali del Trentino, direttore dell’Ecomuseo delle Giudicarie ed è stato per 12 anni consigliere del Parco Adamello-Brenta. Sarà al terzo posto della lista dei Verdi e democratici per l’Ulivo, dopo Iva Berasi e Donata Loss. Ieri sera il consiglio federale del Sole che ride, riunito nella sede di via Aeroporto, a Gardolo, ha approvato all’unanimità la prima parte della lista, 14 nomi che comprendono anche, oltre ai suddetti, Pino Finocchiaro (consigliere comunale a Rovereto), Aldo Pompermaier (consigliere comunale a Trento), Giuseppe Facchini (assessore a Pergine), Ferruccio Veneri (assessore a Pejo), Elena Berti, Luigi Marino, Fabrizio Miori, Fulvio Forrer, Alessandro de Guelmi e due ritorni come quelli di Roberto de Bernardis, ex consigliere ed assessore a Trento e Roberto «Bistecca» Franceschini. Si tratta di candidature verdi e non solo, visto che la lista, come già sperimentato con successo a Riva del Garda, si apre a indipendenti d’area. Il programma. Boato ha illustrato le posizioni che aveva esposto domenica sera nelle cinque ore e mezza di discussione della coalizione a Villa Madruzzo. In particolare sulla Valdastico, la posizione del presidente, che il consiglio federale ha avallato, è di contrarietà al completamento dell’A31 in Trentino, per le ragioni del passato cui se ne aggiunge una nuova, secondo Boato, e cioè i cambiamenti climatici di cui abbiamo avuto prova anche quest’estate. «Si tratta di fenomeni provocati dall’inquinamento ambientale - ha detto il deputato -, che mettono in crisi un modello di mobilità basato tutto sulla gomma e sull’asfalto». Perciò, a Villa Madruzzo, Boato aveva chiesto a Dellai di non citare la Valdastico nel programma, di limitarsi al primo capoverso dell’ormai notissima pagina 213, che parla di «connessioni viabilistiche con il Veneto». «Ma su questa posizione di contrarietà siamo solo due forze su otto, noi e lo Sdi, e dobbiamo prenderne atto - osserva Boato -. Condividiamo la proposta di programma di Dellai al 95%, non avrebbe senso rompere per mezza pagina su 270, anche se si tratta di una questione importante». I Verdi hanno chiesto a Dellai di inserire nel programma la modifica della legge elettorale per la «quota rosa», di eliminare le due pagine sul senso religioso, di considerare tutte le forme di famiglia oggi presenti nella società, compresi conviventi, separati, single e coppie gay.
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MARCO BOATO
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